MISTERI DELLA GIOIA
Secondo Mistero
La visita a Elisabetta e la preghiera del Magnificat

Elisabetta, dopo essere stata un minuto come raccolta in sè, alza un volto talmente radioso che pare ringiovanito, guarda Maria sorridendo con venerazione come se vedesse un angelo, e poi si inchina in un profondo saluto dicendo:
Benedetta Tu fra tutte le donne!
Benedetto il Frutto del Tuo seno!
Come ho meritato che venga a me, Tua serva, la Madre del mio Signore?
Signore ecco, al suono della Tua voce il bambino m’è balzato in seno come per giubilo e quando t’ho abbracciata lo Spirito del Signore mi ha detto altissima Verità al cuore.
Te beata, perchè hai creduto che a Dio fosse possibile anche ciò che non appare possibile ad umana mente!
Te benedetta, che per la Tua fede farai compiere le cose a Te predette dal Signore e predette ai Profeti per questo tempo!
Te benedetta, per la Salute che generi alla stirpe di Giacobbe!
Te benedetta, per aver portato la santità al figlio mio che, lo sento, balza, come capretto festante, di giubilo nel mio seno, perchè si sente liberato dal peso della colpa, chiamato ad esser colui che precede, santificato prima della Redenzione dal Santo che cresce in Te!.
Maria, con due lacrime che scendono come perle dagli occhi che ridono alla bocca che sorride, col Volto levato al cielo e le braccia pure levate, esclama:
L’anima mia magnifica il Signore e il mio Spirito esulta in Dio, mio Salvatore,
perchè ha guardato l’umiltà della Sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il Suo Nome:
di generazione in generazione la Sua misericordia per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, Suo servo, ricordandosi della Sua misericordia,
come aveva promesso ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza per sempre.
Maria, raccoglie le mani sul petto e si inginocchia molto curva a terra, adorando Dio.